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Giustizia riparativa nelle comunità

 

Nell’applicazione concreta del paradigma riparativo, la Comunità riveste un’importanza fondamentale. È all’interno della comunità che tutto accade e, quindi, è la comunità che deve avere gli strumenti, la conoscenza e la sensibilità per gestire le conseguenze, per saper individuare i bisogni, includere e coinvolgere le persone che, direttamente o indirettamente, possono sentirsi lese da un fatto/atto (criminoso, ma non solo).

In questa ottica, il Forum Europeo per la Giustizia Riparativa (EFRJ) propone una definizione che ben si adatta alla visione del paradigma in un senso comunitario.

“La giustizia riparativa è un approccio volto a fronteggiare il danno o il rischio di danno coinvolgendo tutte e tutti coloro che ne sono toccati per raggiungere un’intesa comune e un accordo su come il danno o il torto può essere riparato e giustizia ottenuta.
Anziché separare le persone o escludere quelle percepite come una minaccia, i processi riparativi ripristinano protezione e sicurezza proprio riunendo le persone così da annullare l’ingiustizia, riparare il danno subito e alleviare la sofferenza attraverso il dialogo e l’intesa. […] La giustizia riparativa è appropriata ed efficace nei contesti di giustizia, sicurezza, peace building, educazione, sviluppo sociale, sostegno familiare, diritti e benessere di bambine e bambini, così come nella vita organizzativa e comunitaria.”

L’applicazione del paradigma riparativo nelle comunità avviene attraverso le pratiche riparative (es. circle, conferencing) ed esse “costruiscono il capitale sociale e hanno implicazioni positive per tutti i contesti sociali, dalle famiglie alla scuola ai luoghi di lavoro. … le pratiche riparative sostengono una società basata sulla partecipazione e sulla reciproca fiducia, una società dove cittadine e cittadini si assumono maggiori responsabilità sui propri percorsi di vita. Leader e governi hanno un ruolo nel raggiungimento di benessere sociale, ma altrettanto importante è il supporto dalle nostre reti sociali: la famiglia, amici/che, vicine/i di casa e la comunità […]. Questa teoria poggia su un’ipotesi fondamentale – che “le persone sono più felici, più cooperative e più produttive, e hanno più probabilità di fare cambiamenti positivi quando chi è in posizioni di autorità fa le cose con loro, piuttosto che a loro o per loro” (Wachtel)

Coinvolgere la comunità nelle pratiche riparative significa, prima di tutto, creare una cultura del quotidiano. Il paradigma riparativo va vissuto e sperimentato nella quotidianità di ogni persona, dalla famiglia, alla scuola, al lavoro. Insomma, va applicato a tutte le relazioni e i contesti. Il presupposto essenziale è, allora, conoscere il paradigma.
La promozione e la sensibilizzazione culturale è la mission del Tavolo per la giustizia riparativa di Verona, è il focus su cui tutti gli enti aderenti si attivano, sia in sinergia con iniziative comuni, ma anche singolarmente verso i propri beneficiari diretti attraverso convegni, seminari, incontri di sensibilizzazione, corsi di formazione, attività progettuali.

Come poter calare nel concreto il paradigma riparativo? Leggi il decalogo di H. Zehr.